Il 18/06/2014, alle ore 21:00, presso i locali del Pd Regionale, siti in Piazza della Repubblica 71, si è svolta la riunione di cui all’oggetto, per trattare il seguente ordine del giorno:
1) Comunicazioni del segretario.
2) Analisi del voto dell’8 Giugno 2014 .
3) Varie ed eventuali.
Sono presenti alla riunione i tesserati : Carlo Iapoce, Raffaele Scurelli, Giuseppe Torcolini, Vania Vagnoni, Amabile Fazio, Marco Sabetta, Fabrizio Schettini, Pierluigi Fiori, Enrico Menichetti, Fabrizio Salvanti, Osvaldo Cecconi, Lavinia Pannacci, Alba Cavicchi, Gerardo Calvio, Alberto Sabatini, Maurizio Pentiti, Gemma Bracco, Nazareno Gambaracci, Andrea Tafini, Marco Pecetti, Riccardo Pannacci, Adolfo Caldarelli, Francesco Caruso, Gaia Pannacci, Renzo Campanella, Vincenzo Scorza.
Il segretario nomina segretario verbalizzante il tesserato Andrea Tafini.
– Comunicazioni del Segretario.
Il segretario Vincenzo Scorza comunica all’assemblea che a causa dei lavori di adeguamento dei locali di competenza del Circolo PD Perugia Centro le prossime riunioni si terranno nella sede del PD in Piazza della Repubblica, fino al termine di tali lavori. Il segretario comunica altresì lo svolgimento di due importanti assemblee nei prossimi giorni : 1) giovedì 19 Giugno, alle ore 21:00, presso i locali del PD in Piazza della Repubblica si terrà l’assemblea comunale alla quale parteciperà Stefano Bonaccini, responsabile enti locali della segreteria nazionale; 2) lunedì 23 Giugno, alle ore 17:00, presso l’Hotel Giò, si terrà l’assemblea regionale alla quale parteciperà Lorenzo Guerini, vice segretario del PD.
– Analisi del voto dell’8 Giugno 2014.
Il segretario Vincenzo Scorza inizia con la disamina dei risultati elettorali che hanno portato alla sconfitta il sindaco uscente Wladimiro Boccali ed il Partito Democratico, consegnando la città alla coalizione di centrodestra. Dai dati nei seggi sul nostro territorio (all. 1) emerge che Wladimiro Boccali ha ricevuto il 32% dei voti mentre lo sfidante Andrea Romizi ha ricevuto il 68% dei voti. Il risultato peggiore è stato registrato sui seggi 95-96 dove si è verificata una perdita del 63% dei voti rispetto al primo turno. In generale però non va meglio negli altri seggi dove si registra una perdita media del 40% dei voti rispetto al primo turno. Di contro si nota un rilevante aumento dei voti per lo sfidante Andrea Romizi che guadagna percentuali importanti in tutti i seggi facendo segnare un aumento medio, rispetto al primo turno, del 37% dei voti. In assoluto il candidato del centrosinistra Wladimiro Boccali perde 1009 voti rispetto il primo turno mentre lo sfidante Andrea Romizi ne guadagna 2593. Viene riportata l’analisi del voto fatta dal prof. Bracalente il quale evidenzia come in questa seconda fase elettorale sia mancato l’apporto dell’elettorato di centrosinistra che ha preferito non partecipare attivamente alla competizione. Dal punto di vista politico, il segretario sottolinea come adesso debba aprirsi, all’interno del partito, una nuova fase di confronto per capire gli errori commessi durante la campagna elettorale ma, soprattutto, cosa non ha funzionato in questi 5 anni di governo della città. Il segretario continua la sua analisi del voto ponendo l’accento sulla necessità di iniziare a portare l’attività di partito anche nei luoghi della città storicamente “ostili”, cercando di recuperare la fiducia persa con i cittadini in queste zone. Il segretario fa un ringraziamento doveroso a Wladimiro Boccali, che subito dopo la sconfitta elettorale, si è sobbarcato tutte le responsabilità con grande senso del dovere. In un contesto in cui il partito unito ha appoggiato in maniera convinta il candidato a sindaco, le responsabilità non possono essere scaricate su un’unica persona ma ognuno di noi ha responsabilità oggettive anche in minima parte. Uno dei fattori imputabili per la sconfitta è stata sicuramente la mancanza di comunicazione : una strategia elettorale di comunicazione poco convincente e l’incapacità, in questi 5 anni di governo, di comunicare in modo efficace i provvedimenti adottati per il benessere e la cura del cittadino. Il candidato sindaco Boccali ha sicuramente pagato il fatto di non essere stato percepito come il nuovo, la persona del rinnovamento, al contrario di Romizi che, abbandonando la sua veste di militante in Forza Italia, è riuscito a far passare un’immagine di se slegato dal contesto politico che lo sosteneva. Il ballottaggio di per se è stato deleterio per tutta la colazione di centrosinistra in quanto, mentre prima l’elettore poneva di più l’attenzione su programmi e proposte, il turno di ballottaggio si è trasformato in un referendum pro o contro il sindaco uscente. Fa male pensare che tutto il lavoro fatto da questa giunta, primo tra tutti la candidatura di Perugia a Capitale Europea della Cultura 2019, verrà raccolto dalla giunta di centrodestra, ma ora è il momento di fare un’opposizione forte e decisa, dimostrando che le idee migliori e la capacità di amministrare bene appartengo al nostro bagaglio culturale. Infine il segretario pone l’attenzione sul fatto che Perugia non è un caso isolato in Italia ma anche altre città storicamente di sinistra, in questa ultima tornate elettorale, sono capitolate. Prende la parola il tesserato Osvaldo Cecconi il quale imputa la sconfitta ad un voto “di libertà” della gente, che oltrepassa le vecchie ideologie anche condizionato dalla pesante crisi economica che ha determinato, tra l’altro, l’azzeramento degli ideali politici : la crisi toglie il respiro e la capacità di riflettere serenamente. Per iniziare a prospettare il futuro il PD deve tornare tra la gente, dialogare con la sua base, elaborare un programma serio e convincente, confrontarsi con le istituzioni a tutti i livelli. Come riferimento prende in considerazione il “Quadro strategico regionale per l’impegno dei fondi europei”, redatto dal dirigente Lucio Caporizzi, il quale indica come,nei prossimi anni, potremmo contare solo sullo stanziamento di fondi europei per lo sviluppo. Suggerisce, come Circolo, di iniziare ad analizzare tematiche di ampio respiro, come lavoro e sviluppo economico, che facciano tornare protagonista la base ed i tesserati del PD : più programmi, meno organigrammi. Si dice contrario alla trasformazione dei Circolo in comitati elettorali ma propone che diventino laboratori di idee, nei quali tornare a discutere dei problemi reali del Paese. Infine indica come “stella polare” da seguire la via del cambiamento, che più volte in questi mesi i nostri elettori hanno cercato di farci imboccare. Prende la parola il tesserato Raffaele Scurelli il quale afferma che il nuovo sindaco non può essere considerato come il cambiamento. Si dice favorevole ad un cambiamento all’interno del partito, quello stesso cambiamento che i nostri elettori hanno chiesto durante le primarie. Sulla crisi economica afferma che le maggiori responsabilità sono dei governi di centrodestra anche se lamenta la blanda opposizione fatta dal nostro partito in quel frangente storico. Infine sottolinea come il PD abbia vinto le elezioni europee perché è passato tra la gente il messaggio del rinnovamento, messaggio che forse è passato poco a livello locale. Interviene il tesserato Fabrizio Schettini il quale sottolinea come il Partito Democratico non sia proprietà esclusiva del suo leader ma la casa di tutte le democratiche ed i democratici. Si dichiara perplesso sull’aver sostenuto le primarie per il sindaco in quanto non ha ravvisato, nel loro espletamento, il rafforzamento della posizione del primo cittadino. Una delle cause della sconfitta è sicuramente lo scollamento del partito con la società: dobbiamo lavorare per recuperare questo gap e presentarci nel 2019 più uniti e forti di prima. Prende la parola il tesserato Francesco Caruso il quale ribadisce come le primarie siano nel dna del Partito Democratico purché queste siano fate con criterio. Le primarie, a Perugia, si sono rese necessarie dopo la pubblicazione di un sondaggio nel quale il sindaco uscente era dato ai minimi del consenso: per questo da Roma è stata chiesta una verifica sul candidato. Il ballottaggio non è stato un referendum su Boccali ma su un certo modo di fare politica : c’erano stati segnali evidenti già del 2012 ma non li abbiamo saputi cogliere. C’è stato uno sbaglio, un errore di valutazione, ma in questa fase cercare un capro espiatorio è inutile oltre che dannoso per il partito. La segretaria comunale ha responsabilità oggettive sull’accaduto ma non può addossarsi, al pari del sindaco Boccali, tutta la colpa. Si deve pensare ora a ricostruire : il segretario deve prendere in mano la situazione e cercare di riorganizzare il partito. La ricostruzione deve essere fatta questa volta non in base alle correnti ma secondo le effettive capacità delle persone. Per non ripetere lo stesso errore con le regionali tra un anno, si inizi da subito a parlare dei futuri assetti e dei programmi e poi venga dalla base una richiesta di primarie, da fare nel breve periodo, senza ritrovarci a ridosso delle elezioni senza aver scelto un candidato. Infine dichiara come le primarie per le elezioni regionali siano fondamentali, anche se per il sistema elettorale vigente siamo sicuramente più avvantaggiati. Interviene il tesserato Fabrizio Salvanti il quale ribadisce come Perugia sia stata consegnata alla destra grazie alle scelte sbagliate del PD. I segnali della sconfitta erano percepiti già da tempo: l’amministrazione attuale ha parlato poco con la gente e questa situazione ha fatto riacutizzare lo scontento nella fase di ballottaggio. Continua il suo intervento rimarcando come il PD non sia più un partito che sta in mezzo alle persone e come non si sia, a Perugia, occupato di problemi reali, primo tra tutti quello delle piccole e medie imprese messe in ginocchio dalla crisi economica.. Principale causa della sconfitta è da imputare alla mancata comunicazione in campagna elettorale : anche le politiche fiscali adottate dal Comune hanno influito negativamente sull’esito finale del voto. Ugualmente la mancanza di apparentamenti con liste civiche al ballottaggio ci ha penalizzato, non potendoci più connotare come partito civico. Infine, pensando alle elezioni regionale del 2015, il Pd è favorito dal sistema elettorale vigente ma per far presa sull’opinione pubblica e ritornare ad essere credibili c’è bisogno di primarie vere. Prende la parola il tesserato Amabile Fazio il quale si rammarica del fatto che ci sia stata poca spinta propulsiva al fine di recuperare il gap comunicativo di questi anni. Lamenta il fatto che la riproposizione dell’antiberlusconismo abbia portato più svantaggi che vantaggi. Dal risultato elettorale si evince che l’autoreferenzialità non paga più e, come ha detto il nostro segretario Renzi, non esistono più posizioni di rendita assicurate. Sulla capacità di fare autocritica si dichiara fortemente favorevole in quanto, tra la gente, è difficile spiegare posizioni indifendibili : dire di aver sbagliato, a volte, può aiutare a correggere gli errori commessi. Infine propone di prendere come esempio la linea del segretario Renzi in modo da riportare anche sul locale i successi raccolti a livello nazionale. Interviene il tesserato Enrico Menichetti il quale sottolinea come la ricerca di un capro espiatorio deve essere un punto di arrivo e non un punto di partenza per una seria e costruttiva analisi politica. Per quanto riguarda il numero di voti si deve ragionare in termini assoluti sui numeri e non sulle percentuali. Il centrosinistra al primo turno ha conseguito 41000 voti di cui il sindaco Boccali 39000, mentre lo sfidante Romizi ne ha conseguiti 22000. Al secondo turno la situazione si è capovolta con Boccali che ottiene 25000 voti mentre Romizi ne ottiene 35000 : mancano all’appello i voti di coloro che hanno preferito non andare a votare. In questa battaglia Romizi a fatto la sua parte, affrancandosi dall’ideologia del suo partito e risultando, di fatto, un candidato indipendente, anche se così non era. Altro punto di forza del nostro sfidante è stato l’apparentamento alle liste civiche, di sinistra, ma avverse all’amministrazione uscente. Quindi, nel ballottaggio, il candidato di centrodestra si è ritrovato a prendere sia i voti delle liste civiche in appoggio, sia i voti del Movimento 5 Stelle, che invece a livello nazionale ha eroso i voti all’elettorato di centrodestra. Di conto il centrosinistra non ha fatto il suo in quanto 14000 elettori circa non sono tornati a riconfermare il voto espresso al primo turno a favore del candidato Boccali. Le ragioni di questa debacle sono molteplici, ma ne vengono elencate essenzialmente 5 : 1) i cittadini erano stanchi di questa amministrazione; 2) l’immagine di Boccali era ormai logorata: attacchi della stampa locale e fuoco amico di membri del Pd e della coalizione hanno determinato questa condizione; 3) dissonanza nella comunicazione del cambiamento; 4) durante il suo mandato l’amministrazione è stata ferma non riuscendo, dal punto di vista comunicativo, a far passare le proprie scelte nella collettività; 5) non abbiamo ben compreso che ormai, con l’elezione diretta del sindaco, non basta essere solo bravi amministratori ma bisogna essere anche leader politici e saper parlare con la gente. Serve una sana riflessione all’interno del partito, per capire dove e come si è sbagliato : questo scivolone deve rappresentare un’occasione per ricostruire di nuovo il consenso su basi completamente diverse. Prende la parola il tesserato Maurizio Pentiti il quale si dichiara perplesso sull’esito delle elezioni e amareggiato per il risultato conseguito. A suo avviso, la colpa di questo risultato è da imputare agli attivisti 5 Stelle che hanno votato contro il candidato Boccali, ma anche ad alcuni nostri iscritti che nutrivano una certa avversione nei confronti del sindaco uscente. Pur favorevole alle primarie, afferma che le quelle perugine siano state deleterie sia per il candidato sindaco, sia per il partito : il partito è fatto da tutti noi tesserati, quindi se ci sono state gestioni deleterie, in minima parte la colpa è anche nostra. Lamenta la scarsa partecipazione alle riunioni, in quanto con maggiore partecipazione si potevano combattere eventuali gruppi di potere e recuperare alcune situazioni incresciose. Sulla ricerca di capri espiatori anche lui si dichiara contrario : un partito è forte se il suo leader è forte. Infine individua nell’aumento delle tasse locali, operato dall’amministrazione uscente , un’altra possibile causa della sconfitta elettorale. Interviene il tesserato Renzo Campanella il quale sottolinea come sia mancata nella campagna di ballottaggio la presenza del sindaco Boccali. Al giorno d’oggi non si deve essere solo bravi amministratori ma anche bravi politici : la comunicazione riveste un ruolo importante nella campagna elettorale. A differenza di Perugia a Terni il sindaco uscente Di Girolamo è stato in mezzo alla gente mentre Boccali su temi importanti, come la sicurezza, non è stato abbastanza vicino ai cittadini, pur assumendosi responsabilità che non aveva. Stessa cosa vale per il tema del lavoro. Non è vero che il partito non parla alle amministrazioni, ma è entrato in crisi il rapporto partito/società. Esempi lampanti sono l’elezione di Renato Locchi, ultimo degli eletti alle regionali e di Lamberto Bottini, bocciato dagli elettori alle primarie per la scelta dei parlamentari. E’ il ruolo del partito che è entrato da tempo in crisi. Sono sorpassate le vecchie ideologie, c’è bisogno di rinnovasi ed andare incontro le esigenze delle persone : lavoro, diritti, ecc… Prende la parola il tesserato Riccardo Pannacci il quale evidenzia come rispetto al primo turno circa 14000 elettori hanno deciso di non tornare alle urne a sostenerci. Il primo turno elettorale ha avuto il traino di Renzi, cosa che non è accaduta al secondo turno. Nonostante lo spauracchio della destra ormai tramontato a Perugia si è preferito per il ballottaggio puntare, sbagliando, sullo slogan “Perugia mai alla destra”. Altro punto su cui riflettere e che l’amministrazione precedente non ha convinto : parlare solo di crisi a Perugia, quando la crisi era globale non convince. Perugia ha subito danni d’immagine dall’omicidio Meredith in poi e, nonostante tutto, non siamo riusciti ad invertire questa tendenza con una buona comunicazione. Infine conclude sostenendo che, per non ripetere lo stesso errore di Perugia, per le elezioni regionali, servirebbe un candidato che coniughi la buona politica con un’ottima comunicazione.
-Varie ed eventuali.
Il tesserato Nazareno Gambaracci chiede di calendarizzare un altro appuntamento nel quale continuare la disamina del voto amministrativo.
Il tesserato Osvaldo Cecconi propone, nelle prossime riunioni, di affrontare temi politici come lo sviluppo economico ed il lavoro.
La riunione si chiude alle ore 23:40.
Perugia 19/05/2014
Il segretario verbalizzante
Andrea Tafini
Il segretario
Vincenzo Scorza