Caro Segretario,
vengo da una tradizione politica che privilegia i contenuti. Sono naturalmente convinto che le persone contino molto ma soltanto se credibili, funzionali e spendibili nell’attuazione dei progetti.
Non credo nelle autocandidature, soprattutto se si tratta di governare una comunità. Sono convinto che serva una visione politica condivisa nella quale si riconosca innanzi tutto il Partito e poi una nuova coalizione di centrosinistra, possibilmente ancora più ricca e unita. Ricca, perché è ricchezza la pluralità di culture; unita, perché le diverse “anime” favoriscano una sintesi che impegni tutti in una prassi quotidiana fatta di dialettica e di coesione.
Negli ultimi cinque anni questo si è realizzato. Se tale scenario si ricrea, pur in una condizione di innovazione e necessario cambiamento per il prossimo mandato amministrativo, nel Partito e nella coalizione, a partire da una valutazione positiva condivisa del mio impegno di Sindaco, sono disponibile ad aprire una nuova fase di governo della Città. Nel rivolgermi al mio Partito, agli iscritti, ai militanti, ai suoi elettori, e a tutti coloro che guardano alla Città con occhi amorevoli ma obiettivi, ho l’obbligo morale di raccontare cinque anni difficili come mai nessun altro sindaco, nell’ultimo mezzo secolo, ha dovuto affrontare.
Sono davanti agli occhi di tutti la crisi di risorse degli Enti locali, l’incertezza delle normative risultante dalla situazione politica nazionale, il drammatico disagio sociale derivato da enormi difficoltà economiche. Le città italiane, tutte, senza eccezioni, si sono dibattute nella spiacevole forbice tra servizi, anche essenziali, da tagliare, e tasse e tariffe da aumentare.
Perugia, per di più, è provata dal problema sicurezza, che ne ha minato l’immagine in Italia e nel mondo e che, cosa ancor più grave, ha inculcato nei cittadini il tarlo della paura. Clima alimentato anche dalla spropositata campagna di comunicazione, che pur di contrastare il Sindaco e il suo operato, ha invece danneggiato, per prima, un’intera città e la sua immagine.Tuttavia, di una cosa sono orgoglioso: il Sindaco ci ha sempre messo la faccia. A partire dalla sicurezza, perché non si risolve nessun problema negandone l’esistenza.
E in una situazione così complessa che vede come protagonisti molti soggetti diversi, i perugini non hanno sentito altre voci, a parte quella del Sindaco, esporsi in qualcosa che somigliasse a un’autocritica. Quello che però adesso più conta è chiedersi: come è Perugia oggi? Io credo che Perugia sia una città in ripresa. Una comunità che ha un progetto, un’idea di futuro, una nuova identità per la quale lavorare.
Rigenerazione urbana (si pensi all’area di Sant’Ercolano – Corso Cavour); rafforzamento dei caratteri culturali dell’acropoli (la biblioteca degli Arconi e San Francesco al prato) e della residenza (Via Fratti, Complesso degli Sciri); l’invenzione di una vocazione di città verde (una delle prime nelle classifiche nazionali); la rinascita di un grande, positivo protagonismo in molti quartieri; le forze dell’ ordine, più presenti e attive, che ribattono colpo su colpo e riconquistano gli spazi pubblici nei quali si erano insediate sacche di microcriminalità. Una vita culturale da grande città e una forte presenza di servizi sociali, due aspetti che sono sempre stati in crescita.
Tutto questo è oggi Perugia.
Il progetto della città, che già muove i primi passi ma vale soprattutto in un’ottica futura, è la candidatura a Capitale Europea della Cultura. In questa sfida, Perugia, ha svolto il suo ruolo di capoluogo in cooperazione e non certo in competizione con il resto del territorio regionale e proprio per questo è stata ritenuta credibile e fonda le sue speranze su basi molto concrete, dopo essere stata inclusa con soltanto altre cinque città, delle tante che erano partite, nella short list definitiva.
Alla fine del 2014 Perugia potrebbe essere scelta come Capitale e, in ogni caso, viene già ora riconosciuta da una commissione di esperti europei come candidata autorevole. Potrà non piacere ai cantori del catastrofismo, ma questa è la verità.
Un progetto che è nato e ha mosso i primi passi dentro Palazzo dei Priori, politicamente, e a Palazzo della Penna, tecnicamente, prima che venisse creata la Fondazione Perugia2019. Un progetto che si fonda su un’economia della conoscenza e della cultura che apre, per definizione, spazi ai giovani e alle loro energie; una visione di sviluppo ecocompatibile fatto di tecnologia intelligente, per esempio in materia di mobilità e di energie verdi, e che, come dice lo slogan della candidatura: “costruisce spazi ideali di socialità e recupera spazi reali restituendoli a pieno titolo alla città”, come ad esempio le ex carceri di piazza Partigiani.
Nei prossimi cinque anni Perugia dovrà portare a compimento tutto questo. Sarà compito del Sindaco, della maggioranza che uscirà dalle elezioni amministrative e dell’intera Città. Per questo obiettivo sarà necessario, nel rispetto dello spirito e della storia antica e recente di Perugia, coalizzare le migliori forze per il bene di tutti. Senso di unità, condivisione di un progetto, responsabilità e dedizione, oltre egoismi e interessi di singoli: questo è ciò che serve, ed è in questo scenario, e solo in questo, che colloco la mia disponibilità alla guida di un nuovo e comune percorso.
Con affetto e stima
Wladimiro Boccali